Emergenza alluvione: il team della Fondazione Cave Canem ha consegnato i primi aiuti al canile di Bizzuno di Lugo

Il team della Fondazione Cave Canem è arrivato in Emilia Romagna per consegnare gli aiuti destinati alle vittime dell’alluvione, offerti grazie alla generosità dei nostri donatori. 

Siamo giunti al canile di Bizzuno di Lugo, una delle zone più colpite dalla potenza dell’acqua, e ad accoglierci abbiamo trovato la presidente dell’Associazione Cinoservizio Odv Maria Teresa Ghinassi e la volontaria Cosetta Ravaglia. Attraverso le loro parole, siamo venuti a conoscenza dei terribili momenti vissuti all’interno del canile dove si prendono cura di circa 60 cani. 

Volete raccontare le fasi antecedenti e successive di quello che avete vissuto?

Maria Teresa: “Le piogge già avevano causato grossi danni qui intorno. Noi eravamo abbastanza tranquilli, perché pur essendo vicini al canale, quest’ultimo teneva bene pur essendosi ingrossato. Eravamo in contatto quotidianamente, anche più volte al giorno, con la Protezione Civile. Cosetta, che abita qui vicino, veniva a monitorare direttamente il canale, quindi sembrava tutto tranquillo. Alle 2:00 di notte ci chiamano: “Sta arrivando l’acqua”. Abbiamo sgomberato preventivamente i box di 12 cani e li abbiamo trasferiti in un altro canile che ci ha dato gentilmente la disponibilità. A questo punto abbiamo trasferito in anticipo, nella zona che doveva essere la più sicura, i cani più difficoltosi, perché quando sei in emergenza, prendere al guinzaglio un cane morsicatore diventa un po’ problematico”. 

Cosetta: “La mattina le cose sembravano tranquille, poi io sono andata a casa per la pausa pranzo perché ero abbastanza provata, erano due notti che non dormivamo. Al pomeriggio, alle 14:30 mi chiama una volontaria che era rimasta in canile: “Cosetta, sta arrivando l’acqua!”. Mi manda un video, mi viene la pelle d’oca. Sono stata una delle prime ad arrivare perché abito qui vicino, poi man mano abbiamo dato l’allarme e sono arrivati una parte degli altri volontari. Abbiamo iniziato a tirar fuori i cani, i più anziani li abbiamo messi in alto, nelle gabbiette in casa; erano comunque in sicurezza perché al piano superiore c’era anche un operatore, quindi non erano soli. Poi fortunatamente sono arrivati dei ragazzi con il loro trattore: prendevamo i cani, li mettevamo dentro i kennel, loro ce li portavano in fondo alla strada. Li caricavamo poi sulle nostre macchine e li smistavamo come meglio potevamo”. 

Maria Teresa: “In alcuni casi, siamo riusciti a farli ospitare in case di privati che si sono resi disponibili, mentre i cani più grandi e più problematici li abbiamo portati in altri canili e strutture. In questo momento abbiamo trovato una grande solidarietà, sono stati tutti gentilissimi, non ci hanno chiesto nessun contributo economico per aver tenuto a pensione i nostri cani. Alla fine siamo riusciti a sistemarli tutti. Alle 10.30 avevamo finito di evacuare il canile. Dopo 3 giorni, quando il terreno si è asciugato, abbiamo terminato le pulizie e siamo andate a riprenderceli, siamo state davvero felici. Per quanto non sia comparabile con la vita in famiglia, alla fine questa è la loro casa”. 

Secondo voi che li conoscete, in quei momenti, cosa avranno pensato i cani, come li avete visti?

Cosetta: “Si sono fidati di noi. Non avevano alternativa. Anche in loro, secondo me, è prevalso l’istinto di sopravvivenza, e conoscendoci si sono affidati a noi

Tra l’altro, una delle strutture all’interno delle quali abbiamo lasciato i cani, a un certo punto è stata allagata. Siamo stati costretti a riprendere i cani, e non solo i nostri, ma anche i loro naturalmente, che hanno avuto bisogno ugualmente di soccorso. Naturalmente poi, finita l’emergenza, sono ritornati a prenderli”. 

Parliamo invece della collaborazione con la Fondazione Cave Canem.

Maria Teresa: “Quando siamo stati contattati dalla Fondazione Cave Canem per sapere quali fossero le nostre esigenze, abbiamo risposto che non era tanto il cibo che mancava, ne avevamo già abbastanza perché siamo riuscite a salvarlo tutto, e in più ne è arrivato tanto da molte donazioni. Avevamo bisogno invece di un buon antiparassitario, perché questa è già una zona molto umida, quindi pulci, zecche e zanzare proliferano normalmente. A causa dell’alluvione ci sono ristagni di acqua marcia un po’ dappertutto, c’è stata quindi una crescita esponenziale dei parassiti e degli insetti. Prodotti antiparassitari di qualità sono assolutamente fondamentali per proteggere la salute del cane. Ecco allora che la Fondazione ci ha fornito il tipo di antiparassitario che secondo noi è il migliore in assoluto, al momento. Grazie a loro, proteggeremo i nostri cani per tutta la stagione estiva”.

Volete fare qualche riflessione rispetto alla collaborazione da parte della comunità in merito alla tutela degli animali, cani e gatti in particolare?

Maria Teresa: “A partire dal privato cittadino fino ad arrivare alle Forze di Polizia, persone sensibili si sono date da fare in ogni modo per gli animali. Abbiamo avuto alcuni hub che offrivano la possibilità di accogliere, oltre che le persone evacuate, anche i loro animali. Vigili del fuoco, membri della Protezione Civile, volontari, hanno recuperato allo stesso modo persone e animali. In altri casi ci si sente dire che l’animale non può entrare nell’hub o che il carico di lavoro da svolgere per salvare le persone esclude l’occuparsi anche degli animali.

Sono stata contattata nel periodo post alluvione dal responsabile di una squadra della Protezione Civile di Lugo, che aveva abbozzato un programma con la Regione per istituire una branca della Protezione Civile specializzata nel recupero degli animali, con cui concertare una linea di intervento per questi casi specifici. Ci auguriamo che questa cosa possa essere servita da lezione per altre situazioni. Ci vorrebbe un sistema preorganizzato a monte, perché quando arriva l’emergenza è già troppo tardi. 

Noi siamo stati, secondo me, sia bravi che fortunati, perché siamo riusciti in una sola giornata a evacuare il nostro canile e abbiamo messo in sicurezza tutti, ma se l’acqua fosse cresciuta più velocemente di quanto in realtà non abbia fatto, non sarebbe andata così. Noi ci siamo mossi con le nostre auto, il veterinario che abbiamo chiamato era il nostro, siamo riusciti a evacuare i cani grazie all’aiuto di un trattore di un privato cittadino. 

Avremmo avuto bisogno di una camionetta fornita di gabbie, dove poter caricare i cani e andar via, con persone qualificate che sanno come muoversi e che abbiano dei mezzi adeguati: ecco, così immagino una cosa strutturata”. 

 

L’emergenza non è ancora finita, supporta il nostro piano di interventi in aiuto delle vittime dell’alluvione, dona ora!

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